Città del Vaticano. Il 9 maggio 2024, nella Basilica di San Pietro, il Santo Padre Francesco ha presieduto la consegna e la lettura della Bolla di indizione del Giubileo 2025 “Spes non confundit” e i Secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione del Signore.

Il momento della consegna è avvenuto nell’atrio della Basilica di San Pietro, davanti alla Porta Santa: dopo il saluto liturgico, il Papa ha introdotto la celebrazione e consegnato simbolicamente la Bolla di Indizione del Giubileo 2025 agli Arcipreti delle Basiliche papali, ad alcuni Rappresentanti della Chiesa sparsa nel mondo e ai Protonotari Apostolici. “Lo Spirito Santo, promesso dal Risorto, apra i nostri occhi al dono della speranza perché, per intercessione della Beata Vergine Maria, la nostra vita sia rinnovata dalla fede e dall’amore”, ha detto il Papa.

Mons. Leonardo Sapienza, Decano del Collegio dei Protonotari Apostolici e Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, ha dato quindi lettura di alcuni passi significativi della Bolla di indizione del Giubileo 2025:

«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. Penso a tutti i pellegrini di speranza che giungeranno a Roma per vivere l’Anno Santo e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli Pietro e Paolo, lo celebreranno nelle Chiese particolari. Per tutti, possa essere un momento di incontro vivo e personale con il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cfr. Gv 10,7.9); con Lui, che la Chiesa ha la missione di annunciare sempre, ovunque e a tutti quale «nostra speranza» (1Tm 1,1). (…)

Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: «Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore» (Sal 27,14). Possa la forza della speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e la gloria ora e per i secoli futuri”. (Testo completo)

All’interno della Basilica Vaticana, il Santo Padre ha poi presieduto la celebrazione dei Secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione del Signore. Nell’omelia ribadendo il fondamento della speranza – Cristo asceso al Cielo che “porta nel cuore di Dio la nostra umanità carica di attese e di domande” – ha così invitato a prepararsi a questo grande evento di Chiesa:

“mentre, con l’Anno della preghiera, ci prepariamo al Giubileo, eleviamo il cuore a Cristo, per diventare cantori di speranza in una civiltà segnata da troppe disperazioni. Con i gesti, con le parole, con le scelte di ogni giorno, con la pazienza di seminare un po’ di bellezza e di gentilezza ovunque ci troviamo, vogliamo cantare la speranza, perché la sua melodia faccia vibrare le corde dell’umanità e risvegli nei cuori la gioia, risvegli il coraggio di abbracciare la vita.

Di speranza, infatti, abbiamo bisogno, ne abbiamo bisogno tutti. La speranza non delude, non dimentichiamo questo. Ne ha bisogno la società in cui viviamo, spesso immersa nel solo presente e incapace di guardare al futuro; ne ha bisogno la nostra epoca, che a volte si trascina stancamente nel grigiore dell’individualismo e del “tirare a campare”; ne ha bisogno il creato, gravemente ferito e deturpato dagli egoismi umani; ne hanno bisogno i popoli e le nazioni, che si affacciano al domani carichi di inquietudini e di paure, mentre le ingiustizie si protraggono con arroganza, i poveri vengono scartati, le guerre seminano morte, gli ultimi restano ancora in fondo alla lista e il sogno di un mondo fraterno rischia di apparire come un miraggio. Ne hanno bisogno i giovani, spesso disorientati ma desiderosi di vivere in pienezza; ne hanno bisogno gli anziani, che la cultura dell’efficienza e dello scarto non sa più rispettare e ascoltare; ne hanno bisogno gli ammalati e tutti coloro che sono piagati nel corpo e nello spirito, che possono ricevere sollievo attraverso la nostra vicinanza e la nostra cura.

E inoltre, cari fratelli e sorelle, di speranza ha bisogno la Chiesa, perché, anche quando sperimenta il peso della fatica e della fragilità, non dimentichi mai di essere la Sposa di Cristo, amata di un amore eterno e fedele, chiamata a custodire la luce del Vangelo, inviata a trasmettere a tutti il fuoco che Gesù ha portato e acceso nel mondo una volta per sempre.

Di speranza ha bisogno ciascuno di noi: le nostre vite talvolta affaticate e ferite, i nostri cuori assetati di verità, di bontà e di bellezza, i nostri sogni che nessun buio può spegnere. Tutto, dentro e fuori di noi, invoca speranza e va cercando, anche senza saperlo, la vicinanza di Dio”.

Date importanti:

La Porta Santa di San Pietro si aprirà il 24 dicembre 2024 e sarà chiusa il 6 gennaio 2026. Il 29 dicembre 2024, Papa Francesco aprirà la Porta Santa della cattedrale di San Giovanni in Laterano, che il 9 novembre 2024 celebrerà i 1700 anni della dedicazione.

“A seguire, il primo gennaio 2025, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, verrà aperta la Porta Santa della Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Infine, domenica 5 gennaio sarà aperta la Porta Santa della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura. Queste ultime tre Porte Sante saranno chiuse entro domenica 28 dicembre dello stesso anno”.

Inoltre, ha detto il Papa, “stabilisco che domenica 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali, i vescovi diocesani celebrino la santa Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare, secondo il rituale che verrà predisposto per l’occasione”.

Il Giubileo ordinario “terminerà con la chiusura della Porta Santa della Basilica papale di San Pietro in Vaticano il 6 gennaio 2026, Epifania del Signore”.

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