Dili (Timor Est). Dal 9 all’11 settembre 2024, dopo aver visitato Indonesia e Papua Nuova Guinea, Papa Francesco ha proseguito il suo 45° viaggio apostolico raggiungendo Timor Est. Ad accoglierlo all’aeroporto Nicolau Lobato, oltre al Presidente della Repubblica José Ramos-Horta e alle autorità, c’erano migliaia di timoresi lungo le strade, entusiasti di vedere il Santo Padre, a 35 anni dalla visita di Giovanni Paolo II, nel 1989.

Tra loro – con una bandiera con scritto “Benvenuto Santo Padre, ti vogliamo tanto bene. La tua presenza è un dono per noi!” – erano presenti anche le Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Ispettoria S. Maria D. Mazzarello (TIN), con l’Ispettrice, suor Evangelina Da Costa Xavier. “Mai vista prima una folla cosi grande come in questi giorni. Ci sono bambini, giovani, adulti, anziani e persone di tutti i generi che aspettano l’arrivo del Santo Padre con molto entusiasmo e allegria. Il Paese è in festa!”, ha commentato suor Angelita Gomes, consigliera.

Nel giorno del suo arrivo, le suore hanno ultimato gli addobbi dell’altare e i preparativi per la  Santa Messa alla Spianata di Taci Tol, felici di collaborare con il Governo, le Diocesi, le altre Congregazioni e i fedeli delle diverse parrocchie. Le FMA, tra le altre cose, erano responsabili della sacrestia del seguito papale e hanno lavorato in un clima di sinodalità con circa 250 persone.

Inoltre, dal 7 all’11 settembre, su richiesta del Cardinale Virgilio Do Carmo da Silva, Salesiano di Don Bosco, insieme ai Salesiani della scuola e della parrocchia, hanno messo a disposizione le aule, il cortile della loro casa e la palestra per ospitare tra membri del coro e i ministri straordinari dell’Eucarestia.

Talmente grande è stato l’evento per tutto il popolo, del quale oltre il 90% è cattolico, che nei giorni della visita lo Stato di Timor Est ha dichiarato 6 giorni di vacanza nazionale e ha fornito ai pellegrini i beni necessari per garantire a tutti una buona partecipazione, come T-shirt, borraccia, ombrello e cappello per ripararsi dal sole cocente.

Il 10 settembre, dopo aver ha visitato i bambini con disabilità della Scuola “Irmãs Alma” delle Suore della Congregazione Alma, Papa Francesco ha raggiunto la Cattedrale dell’Immacolata Concezione di Dili, per l’incontro con i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati, le Consacrate, i Seminaristi e i Catechisti.

Percorrendo la navata centrale, il Papa si è fermato per scambiare una battuta con suor Maria Letizia, FMA, missionaria italiana originaria di Napoli: “Una grande gioia, non mi aspettavo di essere così fortunata, una grande grazia che il Signore mi ha concesso”.

Nel suo discorso, ha esordito dicendo: Timor Est è un Paese ‘ai confini del mondo’…e proprio perché è ai confini del mondo sta al centro del Vangelo!”. Si è soffermato, poi, sulla metafora del profumo: “Custodire il profumo, questo dono del Vangelo che il Signore ha dato a questa terra di Timor Est, e diffondere il profumo. (…) Care sorelle, cari fratelli, voi siete il profumo di Cristo! E questo simbolo a voi non è estraneo: qui a Timor, infatti, cresce in abbondanza il legno di sandalo, con la sua fragranza molto apprezzata e ricercata anche presso altri popoli e Nazioni”.

Con grande concretezza, riferendosi alla storia del Paese, ha aggiunto: “Anche il vostro Paese, radicato in una lunga storia cristiana, ha bisogno oggi di un rinnovato slancio nell’evangelizzazione, perché a tutti arrivi il profumo del Vangelo: un profumo di riconciliazione e di pace dopo gli anni sofferti della guerra; un profumo di compassione, che aiuti i poveri a rialzarsi e susciti l’impegno per risollevare le sorti economiche e sociali del Paese; un profumo di giustizia contro la corruzione”.

Nel pomeriggio, una distesa di ombrelli bianchi e gialli, per ripararsi dal forte sole, ha ricoperto la spianata di Taci Tolu, dove sin dal mattino hanno iniziato a radunarsi circa 600.000 persone, giunte da Dili dopo un lungo pellegrinaggio, per vedere e ascoltare il Santo Padre, che ha presieduto Celebrazione Eucaristica:

“A Timor Est è bello, perché ci sono tanti bambini: siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita. E questo è un regalo, un dono grande: la presenza di tanta gioventù e di tanti bambini, infatti, rinnova costantemente la nostra energia e la nostra vita. Ma ancora di più è un segno, perché fare spazio ai bambini, ai piccoli, accoglierli, prendersi cura di loro, e farci anche noi piccoli davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri, sono proprio gli atteggiamenti che ci aprono all’azione del Signore”.

Ancora, al termine della Celebrazione, ha ribadito che la cosa migliore di Timor Est “è il suo popolo. Quanti bambini avete! E un popolo che insegna a sorridere ai bambini è un popolo che ha un futuro”. E ha anche messo in guardia: “Ma state attenti! Perché mi hanno detto che in alcune spiagge vengono i coccodrilli; i coccodrilli vengono nuotando e hanno il morso più forte di quanto possiamo tenere a bada. State attenti a quei coccodrilli che vogliono cambiarvi la cultura, che vogliono cambiarvi la storia. Restate fedeli. E non avvicinatevi a quei coccodrilli perché mordono, e mordono molto”.

Ha infine auguratola pace. Vi auguro di continuare ad avere molti figli: che il sorriso di questo popolo siano i suoi bambini! Prendetevi cura dei vostri bambini; ma prendetevi cura anche dei vostri anziani, che sono la memoria di questa terra”.

L’11 settembre è stato un giorno di grazia per più di 3.000 giovani, partiti  da diverse parti della città per raggiungere il Centro Congressi di Dili. Tra loro c’erano anche FMA e SDB con i giovani delle opere salesiane.

Papa Francesco ha ascoltato le testimonianze e le domande, seguito i  balli con il movimento delle mani e alla fine dialogato con loro: “Sapete cosa fanno sempre i giovani? I giovani fanno chiasso, i giovani fanno confusione. Siete d’accordo?”.

Li ha poi incoraggiati a non perdere il sorriso: “non dimenticherò mai i vostri sorrisi. Non smettete di sorridere! E voi giovani siete la maggioranza della popolazione di questa terra, e la vostra presenza riempie di vita questa terra, la riempie di speranza e la riempie di futuro”. E soprattutto a non perdere la memoria: La memoria di quelli che vi hanno preceduto e che con tanto sacrificio hanno costruito questa Nazione”.

Tanti altri sono i suggerimenti e gli insegnamenti che, come un padre, ha lasciato loro, utilizzando anche qualche parola nella lingua locale tetum: coltivare i sogni, prendersi cura della casa comune e coltivare l’unità della famiglia, imparare il valore della fraternità, del rispetto per gli anziani e della cura per i bambini…

“Grazie per la vostra gioia, grazie per il vostro sorriso! (…) Lascio questa terra che è un sorriso con i vostri volti e con le vostre speranze”, ha detto loro prima di congedarsi e di partire per l’ultima tappa di Singapore. (Discorso)

Suor Julia Fernandes, Segretaria ispettoriale, che ha vissuto da vicino la preparazione e il coordinamento dell’evento, esprime la riconoscenza per l’esperienza di grazia vissuta da tutto il Paese: “Come FMA inserita nel Comitato che ha preparato l’incontro dei giovani con il Santo Padre, ho provato la gioia di lavorare in sinodalità. Noi FMA abbiamo dato il nostro contributo in diversi ambiti. Imparare dagli altri aiuta a crescere di più nel senso di appartenenza all’Istituto e alla Chiesa locale. Inoltre, la nostra presenza salesiana parla molto di più delle parole.

Questo Visita del Santo Padre è un grande benedizione per il nostro Paese e per tutti noi. Ora tutti desiderano condividere ciò che lo Spirito Santo ha suggerito loro mediante la parola e la presenza del Papa. Insieme abbiamo ricevuto l’invito a purificare la nostra cultura alla luce del Vangelo di Cristo e, con il cuore pieno di gioia, desideriamo esprimere la riconoscenza per aver incontrato Dio nella presenza del Santo Padre, un padre semplice per tutti. Per me l’incontro con Papa Francesco è un incontro di grazia e di conversione e ho sentito di incontrare Cristo stesso. A lui chiediamo di continuare a pregare per noi, perché possiamo vivere la fede incarnata nella nostra cultura, essere fedeli alla nostra vocazione e prenderci cura della nostra gente”.

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