Maria Domenica nasce in una numerosa famiglia di contadini. Dotata di una non comune forza fisica, fin da ragazza lavora nei campi con il padre Giuseppe. In famiglia viene formata a un profondo senso di Dio, a una laboriosità instancabile e a quello spiccato senso pratico e profondità di giudizio che manifestò in seguito anche come Superiora. Nel 1855 si iscrive all’Associazione delle Figlie dell’Immacolata coltivando una profonda spiritualità apostolica.
Nel 1860 anche il paese di Mornese è colpito dal tifo. Il suo confessore Don Domenico Pestarino le suggerisce di andare a curare alcuni parenti bisognosi di assistenza. Maria accetta, pur consapevole di prendere il contagio, e di fatto si ammala. Ricuperata la salute, è però costretta a lasciare il lavoro agricolo non solo per la perdita della robustezza fisica di cui ha goduto prima, ma anche perché sorge in lei una chiara intuizione che considera una chiamata di Dio. Si dedica così all’educazione delle ragazze del paese aprendo un laboratorio di cucito, un oratorio festivo e poi una casa per le bambine senza famiglia. Coinvolge nel suo progetto l’amica Petronilla e impara il mestiere di sarta per insegnare alle ragazze povere non solo a cucire, ma soprattutto a conoscere ad amare Dio. In seguito, in una visione misteriosa, vede un grande edificio con tante ragazze che corrono nel cortile, e sente una voce: A te le affido.
Accoglie allora le prime orfanelle delle quali si prende cura con tenerezza di madre, coadiuvata in questa missione da alcune altre giovani appartenenti alle Figlie dell’Immacolata.
Nel 1864 Don Bosco da Torino giunge a Mornese con i suoi giovani in occasione di una passeggiata autunnale e, incontrando Don Pestarino divenuto Salesiano l’anno prima, avverte l’esigenza di assecondare il suo desiderio di aprire un collegio per i ragazzi del paese e dei dintorni. In quell’occasione Maria Domenica percepisce di trovarsi di fronte ad un santo e dice: Don Bosco è un santo, e io lo sento.
Il Papa Pio IX, incoraggia Don Bosco, che da anni coltiva in cuore il progetto di fondare un Istituto femminile, a decidere di fare per le ragazze quello che egli sta realizzando per i ragazzi. Con la saggia collaborazione di Don Pestarino, sceglie tra le Figlie dell’Immacolata le prime pietre fondamentali del futuro Istituto. Esse abiteranno nel collegio appena costruito a Mornese, che diviene la casa della nuova fondazione.
Il 5 agosto 1872 le prime undici giovani emettono la Professione Religiosa nelle mani del Vescovo di Acqui, Mons. Giuseppe Sciadra, alla presenza di Don Bosco. L’Istituto chiamato Figlie di Maria Ausiliatrice cresce rapidamente e suor Maria Mazzarello come Superiora si dimostra abile formatrice e maestra di vita spirituale. Tra lei e Don Bosco vi è una sintonia profonda a livello carismatico: Maria Domenica ha una spiccata capacità educativa, il dono dell’allegria serena e rasserenante, e l’arte di coinvolgere altre giovani nell’impegno di dedicarsi alla promozione della donna, perché possa essere nella famiglia, nella Chiesa e nella società buona cristiana e onesta cittadina.
Nel 1877, condividendo l’ardore missionario dei Confratelli Salesiani, le prime sei FMA partono per le missioni e fondano la Prima Comunità in Uruguay, a cui seguiranno dopo un anno le case in Argentina.
Suor Maria Domenica, colpita a 44 anni da una grave forma di pleurite, muore il 14 maggio 1881 a Nizza Monferrato dove due anni prima è stata trasferita la prima comunità delle FMA. Da allora si chiamerà Casa-madre.
Alle sue Figlie lascia una tradizione educativa tutta permeata di valori evangelici: la ricerca di Dio conosciuto attraverso una catechesi illuminata, l’amore ardente a Gesù Eucaristia e la fiducia filiale in Maria Ausiliatrice, la responsabilità nel lavoro, la schiettezza, l’umiltà e la gioia, la sobrietà di vita e la totale donazione di sé nella ricerca del vero bene delle ragazze soprattutto povere e bisognose sia in patria che nei vari paesi di missione.