Roma (Italia). Oltre a vivere l’esperienza del XXV Corso di Formazione Permanente Missionaria, svoltosi dal 9 ottobre al 10 novembre 2023 presso l’Università Pontificia Salesiana, le dodici Figlie di Maria Ausiliatrice partecipanti, provenienti da tutto il mondo, hanno potuto vivere altri incontri e momenti formativi e carismatici, organizzati dall’Ambito per le Missioni, a Roma e sui luoghi delle origini.
Accolte dalla Comunità Maria Ausiliatrice della Casa Generalizia di Roma (RCG), hanno avuto degli incontri con le Consigliere e le coordinatrici degli Ambiti e, il 9 novembre, hanno incontrato la Superiora generale dell’Istituto delle FMA, Madre Chiara Cazzuola.
Iniziando il suo intervento, la Madre ha invitato le sorelle a concentrarsi sulla passione missionaria che ha caratterizzato i Fondatori:
“La parola di Madre Mazzarello ci invita ad essere essenziali nella vita ricordandoci che è necessario ‘imparare ad amare il Signore’ e ciò richiede un cammino costante, ma anche una chiarezza di prospettive. Se abbiamo concentrato nel Signore le nostre attese e speranze, lo ritroviamo come centro e significato profondo del nostro esistere. (…) I nostri Fondatori hanno vissuto costantemente come cercatori di Dio e profondamente radicati in Cristo. Centrati in Lui, come la vite e i tralci, sono stati capaci di vivere la radicalità assoluta della cetera tolle, per divenire strumenti di salvezza, manifestazione dell’Amore misericordioso per i giovani del loro tempo”.
La ricca esperienza di “CASA” vissuta in Casa Generalizia, “nella casa della Madre”, la sinodalità e la convivenza fraterna sperimentata con i fratelli Salesiani di Don Bosco e con gli altri partecipanti al Corso UPS, ha permesso a tutte di approfondire la chiamata alla vita missionaria ad gentes, di “ravvivare il fuoco” e la passione del da mihi animas coetera tolle e dell’essere FMA educatrici e missionarie dei giovani.
“La fedeltà personale e comunitaria alla chiamata si esprime nella passione per la missione – ha sottolineato la Madre Generale –, in una pastorale fervorosa, entusiasta e convinta, che tenta tutte le strade per offrire alle giovani, ai giovani, in modo sistematico, delle proposte forti. Si identifica nel da mihi animas coetera tolle fino all’ultimo respiro, fino al grido di don Bosco morente: “Accorrete, accorrete presto a salvare quei giovani! Maria Santissima aiutateli…Madre, Madre!” (Cf MB XVIII p. 530).
Siamo convinte – ha continuato – che la prima forma di missionarietà è aiutare i giovani a fare esperienza di ‘casa’, che impegna ciascuno a creare un clima di famiglia, a dare loro un luogo in cui possono incontrarsi, sentirsi amati, valorizzati, costruire relazioni, sognare, essere accompagnati, poter discernere il disegno di Dio sulla loro vita e poter guardare il futuro con speranza”.
In queste settimane, molto significative sono state anche la visita alla Comunità di Sant’Egidio e il pellegrinaggio sui passi di San Paolo a Roma, il pellegrinaggio sui passi di Francesco ad Assisi e la possibilità di vivere un momento di fraternità e convivialità con le Consigliere Generali e la Madre, in cui hanno sperimentato lo spirito di una grande Famiglia che vive e lotta nei contesti diversi in tutto il mondo sin dagli inizi della Congregazione e delle prime FMA missionarie, il 14 novembre 1877.
Madre Chiara, richiamando le origini carismatiche, ha evidenziato che “A Mornese tutte le FMA volevano essere missionarie e molte ne facevano la domanda, a partire dalla Madre. Rivolgendosi al direttore generale don Giovanni Cagliero, Maria Domenica esprimeva il suo desiderio: «Adesso senta che cosa le voglio dire: mi tenga, ma davvero sa? un posto in America. È vero che non son buona a far nulla, ma la polenta però la so fare, e poi starò attenta al bucato che non si consumi troppo sapone; e se vuole imparerò a fare un po’ di cucina, insomma farò il possibile perché siano contenti, purché mi ci faccia andare» (L 6,11).
Da una lettera di Madre Mazzarello veniamo a sapere che a Mornese le suore studiavano lo spagnolo per prepararsi a partire per le missioni. Anche Madre Mazzarello iniziò a studiarlo come dimostra una lettera inviata a don Cagliero: «Todas las muchachas quieren venir con usted en Buenos Aires» (L 5,14). Lo stesso si deduce dalla lettera inviata nel dicembre del 1878 alla prima novizia americana, suor Laura Rodrìguez, nella quale si legge: «Il vostro biglietto, quantunque scritto in spagnolo, tuttavia l’ho capito» (L 18,1). Il clima fervoroso della comunità contagiava anche le ragazze. (…)
Condividendo il sogno dei nostri Fondatori, siamo chiamate a riscoprire ancora con più entusiasmo e responsabilità il senso del “camminare insieme” come comunità educante, con i giovani, per dare loro ragioni di speranza, di gioia e risvegliare in loro il senso di una vita donata per amore, il senso della missionarietà, del protagonismo in vista del cambiamento e di una società più giusta e fraterna”.
Le partecipanti al Corso hanno espresso gratitudine all’Istituto e alle Ispettorie per aver dato loro la possibilità di vivere questo tempo di grazia particolarmente formativo, in cui alimentare il senso di appartenenza all’Istituto.