Incontro di studio di metodologia storica

Sam Phran (Thailandia). Le Figlie di Maria Ausiliatrice della Thailandia hanno organizzato, nei giorni 8-9 febbraio 2019, un Seminario di studio di Metodologia storica. Grazia Loparco, FMA, Docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» e membro del Centro Studi FMA, ha curato e animato le due giornate. Nel Centro Convegni di Sam Phran hanno partecipato 37 FMA dell’Ispettoria “S. Maria D. Mazzarello”, tra cui varie ex allieve della Facoltà, in un clima di dialogo, di riflessione e di apprendimento.

 

In premessa ci si è soffermate sul senso di ricordare e raccontare per riconoscersi e rinnovare, riscoprendo lo stretto rapporto tra memoria e identità sia a livello personale che istituzionale. Di conseguenza è emersa la necessità di curare la documentazione e di raccontare la storia comunitaria. La cultura attuale non è certamente favorevole a questa visione, con conseguenze evidenti. Senza fermarsi ai luoghi comuni, la storia è radice di futuro, perché l’esperienza di chi ci ha preceduto, nei successi, nelle fatiche e negli insuccessi, in un ambiente diverso da oggi, può aiutare a maturare un senso critico, creativo e responsabile nei confronti del presente, inedito. La storia è intesa come conoscenza del dinamismo proprio della vita, non come invito a una ripetitività di forme, che può frenare la disponibilità a uno sguardo attento al necessario cambiamento.

 

Scavando nei significati, si è approfondito come la formazione alla coscienza storica sia la condizione per curare la sensibilità e la qualità della conoscenza storica. La riflessione si è poi snodata in alcune tappe: documentare la vita e la missione; conservare e ordinare la documentazione, distinguendo la tipologia delle fonti; utilizzare la documentazione, promuovere la ricerca nei diversi archivi religiosi, ecclesiastici in generale e civili, centrali e periferici.

 

L’evoluzione della mentalità in merito alla vita consacrata si rispecchia in ciò che riguarda un archivio; su cosa ci dovrebbe essere; cosa non si dovrebbe eliminare, disperdere, distruggere, e invece conservare con cura. Un vissuto educativo si concretizza nell’apporto delle persone, oltre che nella comunità, anche nella società, nelle Istituzioni. Nella misura in cui è documentato, può risaltare l’opera delle FMA come risposta evangelica alla necessità di umanizzazione della vita.

 

Un segno di questo cammino in atto nell’Istituto è l’attenzione dedicata a pubblicazioni di crescente qualità storiografica; l’attività dell’Associazione dei Cultori di Storia Salesiana (diversi materiali ACSSA nel sito www.sdb.org, e in particolare sugli archivi; diversi studi promossi nell’“Auxilium” e dal Centro Studi sulle FMA, che si è impegnato a rendere disponibile online diverso materiale.

 

In conclusione è emersa la necessità di sensibilizzare e formare tutte le FMA e i laici che collaborano nelle opere all’importanza della memoria di una Istituzione, per la sua fecondità e attualizzazione, assumendo ciascuno la responsabilità della documentazione secondo il proprio ufficio (documentazione prodotta e ricevuta); di conservare con cura “i tabernacoli della memoria”, che sono gli archivi.

Il Seminario, attraverso diverse attività, ha risvegliato in ogni partecipante la consapevolezza di essere parte viva dell’Istituto FMA, di una missione che si trasmette attraverso le generazioni, per il bene delle giovani.

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