50° di Professione Religiosa in Casa Generalizia

Roma (Italia). Il 9 giugno 2024, nella Casa Generalizia dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Roma, si è celebrato il 50° anniversario di Professione Religiosa di suor Paola Battagliola e suor Phyllis Neves, Consigliere generali dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e di suor Pina Del Core e suor Maria Teresa Mastrotto, della Comunità Maria Ausiliatrice (RCG).

La Comunità e il Consiglio generale hanno accompagnato le sorelle con la preghiera, con la liturgia ben preparata e i canti. “Insieme a loro, chiediamo la grazia di proclamare con forza la nostra speranza nella fedeltà di Dio che non viene mai meno, così come auspica San Paolo: ‘Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele Colui che ha promesso’ (Eb 10,23)”, è stato letto nell’introduzione.

“Io appartengo al Signore”. Nell’omelia don Luis Rosón, Salesiano di Don Bosco, ha sottolineato la grandezza del dono di appartenere al Signore: “Con un Signore così delicato, così amante, così rispettoso e perseverante verso di me, io posso dare fiducia, non solo a Lui, ma anche a me, perché Lui mi dà fiducia: prima che io creda in Lui, Lui crede in me. Non ha aspettato che io lo comprendessi per chiamarmi, ha fatto un voto di fiducia in me, dicendomi, come la Madonna a Don Bosco ‘A suo tempo tutto comprenderai’.. Solo in cielo vedremo quanto il Signore e Maria Ausiliatrice ci hanno amati e ci hanno dato fiducia”.

“Ti basta la mia grazia, rischia con me”. Don Roson ha terminato augurando: “Sorelle, continuiamo con gioia il nostro ringraziamento e passiamo a questa bella memoria grata: 50 anni dopo, con più consapevolezza e non meno generosità, guardando avanti”.

Suor Paola, suor Phyllis, suor Pina e suor Maria Teresa hanno quindi pronunciato la formula della consacrazione a Dio Padre e ringraziato per i suoi doni e per la chiamata a seguire Cristo più da vicino secondo il carisma di Don Bosco e di Madre Mazzarello.

La Celebrazione è stata impreziosita da alcuni gesti, come la deposizione sull’altare di alcune rose gialle, “segno della vita che fiorisce in bellezza” e offerta condivisa per la salvezza dei fratelli, specialmente dei giovani. Prima della benedizione conclusiva, la Superiora generale, Madre Chiara Cazzuola, ha consegnato a ciascuna una lampada accesa, dicendo: “La tua lampada arda sempre, da sera a mattina, davanti al Signore, in perenne rendimento di grazia”.

La festa è proseguita con il momento conviviale e fraterno del pranzo, con la presenza della Madre e delle Consigliere generali, allietato da un canto con cui si è espressa la riconoscenza per la fedeltà al sì in questa vocazione: “grazie per questa storia d’amore, per l’alleanza di pace che hai voluto proprio con noi”.

Infine Madre Chiara, nel suo augurio, ha evidenziato come 50 anni siano un tempo considerevole e come, con il rischio di commuoversi, probabilmente ciascuna abbia riguardato indietro nel tempo, secondo il numero di anni di Professione: “chi non ha ancora fatto i voti perpetui è avvantaggiata, perché ha meno anni a cui pensare, ma chi è già un po’ avanti nella vita non può fare che ringraziare il Signore, perché la fedeltà è un suo dono. Poi certo, tocca a noi, alla nostra responsabilità, conservarla, alimentarla, farla vivere e portarla nella vita. Però è vero che è un suo dono”.  

Ringraziando ancora il Signore per la fedeltà di tutte le presenti, soprattutto delle quattro “spose” festeggiate, ha chiesto un ricordo anche per le sorelle che fanno più fatica e per le giovani che si preparano a dire il loro sì, “perché non abbiano paura. La paura è un sentimento normale – penso che l’abbiamo provato anche noi – però di fronte all’amore e alla misericordia di Dio la paura si ridimensiona”. 

1 di 9