Parigi (Francia). Il 30 luglio 2024, alla veglia ecumenica presso la chiesa di Saint-Sulpice a Parigi, organizzata nell’ambito degli Holy Games – iniziativa della Conferenza Episcopale Francese nelle giornate dei Giochi Olimpici – suor Valentine Delafon, Figlia di Maria Ausiliatrice, Vicaria dell’Ispettoria Notre-Dame des Nations (FRB), ha portato la sua testimonianza insieme a Mark Gangloff, nuotatore americano, vincitore di due medaglie olimpiche, e al pastore americano Robert Comeaux.
Educatrice sportiva ed esperta formatrice, originaria delle Alpi, suor Valentine è Direttrice della Comunità S. Giuseppe di Bruxelles-Ganshoren, in Belgio. Nel 2022, per celebrare il 150° anniversario di Fondazione dell’Istituto FMA, ha partecipato alla gara femminile del campionato francese di ciclismo dei religiosi, vincendo.
“Non sono un’atleta del genere di Mark”, afferma, “Questa è la sola ed unica volta nella mia vita in cui ho fatto una gara di ciclismo su strada. Non ci sono molte donne consacrate che vanno in bicicletta, quindi non è una grande impresa!”. Appassionata di tennis e di sci di fondo, suor Valentine proviene da una famiglia di sportivi: “Abitavamo in montagna, quindi facevamo regolarmente corse o camminate in montagna dopo la Messa o dovevamo fare lavori fisici. A quei tempi, avremmo pagato qualcuno per smettere di trasportare tronchi e paletti, non avevamo bisogno di andare in palestra!”.
Come Salesiana di Don Bosco, ha sottolineato che questa Famiglia religiosa si dedica all’educazione dei giovani e che, in questo contesto, lo sport ha il suo posto: “Quando si fa sport, bisogna decidere di farlo: alzarsi, cambiarsi, patire un po’, perseverare, ricominciare. Bisogna imparare ad impegnarsi. Prima di incontrare i giovani dei quartieri più disagiati, non sapevo che questo gusto si potesse apprendere. Soprattutto, il ‘gusto’ arriva alla fine dello sforzo, come quando si scala una montagna. In cima, tutta la fatica scompare”.
Questo acquista un senso in termini educativi: “Al Don Bosco usiamo il gioco, lo sport e la musica e vogliamo che i giovani si mettano in gioco, soprattutto nelle attività. Il gusto dell’impegno può essere scoperto attraverso il gioco, attraverso qualcosa di divertente. I giovani non sanno di avere tutte queste risorse dentro di sé. Si viene sempre invitati da qualcuno a fare sport, e lo stesso vale per i giovani. Dobbiamo invitarli a misurarsi con sé stessi per scoprire ciò di cui sono capaci”.
E alla fine cosa hanno in comune lo sport e la preghiera? “Lo sport mi ha aiutato con la preghiera: quando si tratta di andare a pregare, a volte bisogna fare uno sforzo. Se nessuno ti ha fatto assaporare lo sforzo della preghiera, non lo farai”, dice suor Valentine. A volte ti dici: ‘Signore, ora sto sonnecchiando, ma voglio aspettarti e ce la farò’. Bisogna cercare il respiro, respirare regolarmente, stare fermi, perseverare, lasciarsi trovare per raggiungere la vetta nella profondità del cuore. Ma più ci si esercita regolarmente, meno è difficile lo sforzo. Più si va incontro a Dio, meno è difficile alzarsi e andare, e più ci si diverte, più la vita sarà bella”.
E per concludere: “Praticate lo sport della preghiera, perché tutta la vostra vita fisica, morale, intellettiva e relazionale sarà in buona salute!”.
Suor Valentine ha terminato la testimonianza con un augurio: “Vi auguro di praticare regolarmente le 3 B. Benessere, relazione con se stessi, cura del corpo, dell’intelligenza e delle emozioni, felicità (bonheur), relazione con gli altri, non c’è amore più grande che dare la vita, e Beatitudini, relazione con Dio”.
Fonte: Don Bosco Aujourd’hui