Roma (Italia). Il 27 ottobre 2024, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, si è conclusa la 2a Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Intervistata, la Madre emerita dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor Yvonne Reungoat, che ha partecipato in qualità di facilitatrice, esprime alcune impressioni “a caldo”:
“Il Sinodo si è concluso ieri. Per meglio dire, la seconda Assemblea sinodale si è conclusa ieri, perché in realtà il Sinodo continua, nel mettere in pratica tutto quello che abbiamo condiviso, contenuto nel Documento finale che Papa Francesco ha già affidato a tutta la Comunità ecclesiale, a tutto il popolo di Dio e ai Pastori.
In questo momento devo dire che sono abitata da una gioia profonda che viene dall’esperienza, appena conclusa, di questo mese di condivisione e di discernimento, immersa nel cuore della Chiesa.
All’inizio, è stata molto significativa la gioia dei partecipanti, nel re-incontrarsi. Era una gioia esplosiva e devo dire che questa Sessione è stata segnata da una fraternità ancora più grande di quella dell’anno scorso, perché si è sentito subito che le persone si conoscevano e dunque veniva spontaneo entrare in condivisione immediatamente e anche profondamente. Ho fatto veramente l’esperienza di sentire lo Spirito Santo presente nei cuori di ogni persona, presente in mezzo all’Assemblea, alla Comunità che formavamo insieme.
Ho sperimentato che un seme di vita nuova sta germogliando nel cuore della Chiesa. Un seme che continuerà a germogliare, a crescere e porterà frutti. Non so se saranno visibili in modo straordinario, però lo Spirito sta lavorando a partire dal cuore delle persone che dimostrano accoglienza, disponibilità all’ascolto di Lui, all’ascolto delle persone, della realtà, del grido dell’umanità oggi e particolarmente dei sofferenti, dei poveri, di coloro che hanno più bisogno di essere raggiunti e amati.
Questo mi riempie di gioia e di speranza: sono entusiasta dell’esperienza vissuta al Sinodo. Un entusiasmo non superficiale, veramente profondo e difficile da trasmettere, perché fa parte dell’essere. Un entusiasmo condiviso, alla conclusione del Sinodo, con l’approvazione del Documento finale e il grande applauso alla parola conclusiva del Papa, che ha manifestato la sua soddisfazione. Questa gioia, questa speranza, mi piacerebbe che fosse condivisa e soprattutto che potesse raggiungere i giovani e le giovani, che sono il presente e il futuro della Chiesa.
Quali novità rispetto alla prima sessione?
Sicuramente il fatto che le persone si conoscevano già, perché la stragrande maggioranza dei membri aveva già partecipato alla Sessione di ottobre 2023. Era un re-incontrarsi, con relazioni mantenute anche tra le due sessioni. Nelle condivisioni nei gruppi si è sentita subito una maggior fiducia reciproca. La conoscenza porta alla fiducia e secondo me le relazioni, le condivisioni sono state più profonde, sono andate al concreto delle situazioni, delle riflessioni. Si sono espresse paure, ricerche, il discernimento è stato più approfondito. E penso che sia stato facilitato dalla conoscenza reciproca previa.
Anche a motivo di questa fiducia, si sono manifestate di più le differenze nei punti di vista. Sebbene non sia sempre facile nel dialogo e nel discernimento armonizzare le differenze quando si esprimono pensieri molto radicati, molto motivati, in realtà è stata una grande ricchezza. Personalmente, nella facilitazione dei gruppi ho fatto l’esperienza della presenza dello Spirito, ma anche della capacità di arrivare a costruire insieme un’armonia tra le differenze e di arrivare a un discernimento condiviso. Spesso abbiamo paura delle differenze, perché non è facile armonizzarle, farle diventare arricchimento reciproco.
Come nella sessione precedente, la conversazione nello Spirito ha aiutato molto. Non si tratta di far prevalere un pensiero su un altro, ma insieme di mettersi all’ascolto di quello che dice lo Spirito, anche attraverso le persone, le situazioni, attraverso la Sua Parola.
Una novità è stata la Veglia penitenziale a conclusione dei due giorni di ritiro che precedevano il Sinodo, in cui i membri presenti, che rappresentavano tutta la Chiesa, hanno esplicitato le richieste di perdono al Signore, di purificazione, per entrare nel Sinodo con un cuore più libero, rinnovato dalla grazia, prendendo coscienza dei nostri peccati. Vissuto insieme come comunità sinodale, nella Basilica San Pietro, è stato un momento particolarmente significativo.
Un’altra novità è stata quella di un giorno di ritiro mentre ci preparavamo a ricevere la bozza del Documento finale. Dopo una meditazione di padre Timothy Radcliffe, abbiamo accolto la bozza del Documento in questo clima di preghiera, di raccoglimento, di silenzio, di profondità. Questo ha aiutato ad entrare nel testo in ascolto dello Spirito Santo e, nello stesso tempo, delle diverse realtà del mondo, delle Chiese.
La novità finale è stata che Papa Francesco, approvando il Documento finale – approvato largamente dalla maggioranza, più dei due terzi – ha dichiarato che poteva essere subito pubblicato, che non scriverà un’esortazione post-sinodale e che pertanto la Comunità ecclesiale può cominciare a mettere in pratica quello che il discernimento sinodale di questi tre anni – concluso con questa Assemblea – ha maturato.
In questa sessione la libertà di espressione di tutti i membri – già grande l’anno scorso – è stata particolarmente forte e c’è stata molta sincerità, ricerca della verità e senso del discernimento, senza la paura di esprimersi, di dare nome alle situazioni. Credo che questo abbia favorito il cammino di discernimento e di riflessione.
Penso che il Documento finale sia veramente il frutto del Sinodo. Noi che l’abbiamo vissuto riconosciamo quello che si è condiviso. È una tabella di marcia che potrà aiutare molto tutta la Chiesa, i Pastori, i battezzati, tutte le vocazioni a camminare insieme, perché la Chiesa sinodale sia sempre più missionaria e raggiunga tutti i confini della terra. Dipenderà da quello che ne faremo, perché tanti cammini sono aperti. Bisogna avere il coraggio di entrare, di andare avanti, di osare rischiare, nella fiducia che siamo tutti discepoli missionari e che il Signore è davanti a noi e ci accompagna.
Un momento significativo vissuto
È difficile dire: ho vissuto tutti i momenti del Sinodo in modo molto, molto sentito. Un’esperienza significativa è stata la veglia ecumenica in piazza dei Protomartiri Romani, la sera dell’11 ottobre, che ci ha permesso di condividere la preghiera, di indirizzarci insieme al Signore. E insieme di lasciarsi riempire dallo Spirito Santo, per ripartire più forti, più consapevoli, per costruire unità.
Penso che questa Sessione abbia fatto dei passi importanti nella direzione dell’ecumenismo. I delegati fraterni erano più numerosi – erano 16 – e hanno espresso la gratitudine per aver potuto partecipare a pieno titolo. Hanno sottolineato la forza dell’unità della Chiesa e riconosciuto che sicuramente questo Sinodo è un passo importante sulla via dell’ecumenismo. L’attenzione all’ecumenismo è stata continua e si è fatta concreta nelle scelte. Il condividere insieme, il conoscersi, l’essere integrati insieme, di diverse confessioni cristiane, nella stessa riflessione, nello stesso cammino, certamente crea dei legami che sostengono un processo.
È quanto ha espresso anche Papa Francesco nel saluto finale ai membri del Sinodo, il 26 ottobre:
“Cari fratelli e sorelle, ciò che abbiamo vissuto è un dono che non possiamo tenere per noi stessi. Lo slancio che viene da questa esperienza, di cui il Documento è un riflesso, ci dà il coraggio di testimoniare che è possibile camminare insieme nella diversità, senza condannarci l’un l’altro. (…) Insieme, con la speranza che non delude, uniti nell’amore di Dio diffuso nei nostri cuori, possiamo non solo sognare la pace ma impegnarci con tutte le nostre forze perché, magari senza parlare tanto di sinodalità, la pace si realizzi attraverso processi di ascolto, dialogo e riconciliazione. La chiesa sinodale per la missione, ora, ha bisogno che le parole condivise siano accompagnate dai fatti. E questo è il cammino”.
MERCI beaucoup, Mère Yvonne ! Je viens de lire ton intervium ! Nous, AES, sommes fières de toi et nous continuons à te porter dans la prère pour continuer à partager cette richesse du synode!
Muchas gracias Madre Yvonne por tu presencia… Caminamos en comunion con la Iglesia
Dear Mother Yvonne,
We are so proud of you and your valid contribution to building a synodal Church.
May God bless you.
Grazie Madre Yvonne, Dio la sostenga e la benedica in questo tempo donato…la mia preghiera per Lei🙏🏻🙏🏻🙏🏻
Mi e’ sempre gradito ed esemplare seguire le notizie del nostro sitoweb cgfmanet… fra le quali la notizia dell’intervista a Madre Yvonne sull’esperienza del Sinodo. Attraverso questa sua esperienza diretta ed anche per l’impegno di facilitatrice, ella ci ha dato la possibilita’ di conoscere particolarmente la sua attenta presenza per cui sa assumere i contenuti svolti e la sua sensibilita’ a rilevare l’atmosfera della condivisione fra i partecipanti. Da questa sua intervista traggo altro segno della sua capacita di entusiasmare gli altri, di alimentare la speranza come ella ha espresso: …Ho sperimentato che un seme di vita nuova sta germogliando nel cuore della Chiesa…
Grazie Madre Yvonne !
My dear mother Yvonne,
Your work gor the synod has great and you have done wonderful work. May God bless you. I am proud of you
Grazie carissima Madre Yvonne, sentiamo un certo orgoglio ma sano e santo. Dio sia la tua forza in questo tempo in cui dovrai continuare a donare il meglio di te stessa.
Ti siamo vicine con la Preghiera riconoscente.