Roma (Italia). Il nuovo anno 2021 si apre con la 54a Giornata mondiale della Pace, istituita da Papa Paolo VI come appello al dialogo e invito alla riflessione e alla preghiera per la Pace nel mondo, “come augurio e come promessa – all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo – che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire”.
A fronte di un anno segnato dalla crisi sanitaria del Covid-19, che ha causato grandi sofferenze e disagi a tutta la popolazione mondiale, Papa Francesco sceglie il tema “La cultura della cura come percorso di pace”, mettendo in evidenza “l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza e debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro”.
Dall’esempio di Dio Creatore, modello di cura, dal ministero salvifico di Gesù, dalla carità cristiana operosa dei primi cristiani e dei Padri della Chiesa, che costituiscono un prezioso patrimonio di principi, criteri e indicazioni, si attinge la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato.
Il Santo Padre invita i responsabili delle Organizzazioni internazionali e dei Governi, del mondo economico e di quello scientifico, della comunicazione sociale e delle istituzioni educative, a prendere in mano la “bussola” costituita da questi principi sociali, per seguire “una rotta comune, una rotta veramente umana”, per colmare tante disuguaglianze.
Non c’è Pace senza cultura della cura: “La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della Pace. «In molte parti del mondo occorrono percorsi di Pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di Pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (FT 225)”.
Papa Francesco sottolinea, in particolare, la necessità di educare i giovani a questa capacità di “aver cura”: “La promozione della cultura della cura richiede un processo educativo e la bussola dei principi sociali costituisce, a tale scopo, uno strumento affidabile per vari contesti tra loro correlati.[…]. A tutti coloro che, a vario titolo, operano nel campo dell’educazione […], rinnovo il mio incoraggiamento, affinché si possa giungere al traguardo di un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, di dialogo costruttivo e di mutua comprensione. Mi auguro che questo invito, rivolto nell’ambito del Patto educativo globale, possa trovare ampia e variegata adesione”.
La Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor Yvonne Reungoat, riprendendo il tema della Giornata dice: “Aver cura, avere tutta la cura, fa parte della missione di chi genera vita ed è un atteggiamento molto presente nel nostro carisma fin dalle origini. Madre Mazzarello usa quest’espressione almeno 5 volte nelle Lettere parlando di ragazze affidate alle FMA o di giovani consorelle malate (L 10; 12; 19; 28; 68). Chi sa prendersi cura della vita è certamente una persona che coltiva la speranza nel futuro e la semina attorno a sé”.