Roma (Italia). Il 7 dicembre 2022 a Roma, presso la sede dell’Unione Internazionale delle Superiori Generali (UISG) è stata presentata la ricerca realizzata da quattro Congregazioni religiose – Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suore del Buon Pastore, Suore Missionarie Comboniane e Suore di Nostra Signora delle Missioni – in prima linea nella promozione dei diritti umani nei paesi del Sud del mondo, sul tema: “Quale futuro per le ragazze dopo la Pandemia?”.

L’evento è stato organizzato da Good Shepherd International Foundation Onlus, VIDES Internazionale ONG, Fondazione Comboniane nel Mondo e RNDM International Mission Development Office, con la collaborazione di UISG Unione Internazionale delle Superiori Generali. Si tratta di quattro organizzazioni internazionali con sede a Roma, che lavorano per supportare le missioni religiose in più di 80 Paesi del mondo, per promuovere lo sviluppo sociale e economico delle comunità più vulnerabili ed emarginate, attraverso la realizzazione di programmi di cooperazione e sviluppo comunitario e advocacy, le azioni volte alla promozione dei diritti umani.

In sala erano presenti la Superiora generale dell’Istituto FMA, Madre Chiara Cazzuola, suor Runita Borja Consigliera dell’Ambito per la Pastorale Giovanile e altre Consigliere, la Madre generale emerita, Suor Yvonne Reungoat e suor Annecie Audate, FMA, Direttrice generale del VIDES Internazionale.

A partire da marzo 2020, da quando il mondo è stato investito dalla pandemia di Covid-19, si calcola che più di 111 milioni di studenti abbiano abbandonato le scuole nei Paesi in via di sviluppo. Gli effetti negativi della pandemia hanno colpito con diversa intensità le persone, con maggiori ripercussioni sulle fasce sociali e sui Paesi più vulnerabili. È stato stimato che le chiusure e le restrizioni abbiano costretto milioni di ragazze nei Paesi meno sviluppati a lasciare la scuola e tante di loro non vi hanno mai fatto ritorno, rimanendo esposte al rischio di matrimoni precoci e di altre forme di violenza e sfruttamento.

Durante tale situazione critica senza precedenti, queste quattro Congregazioni religiose internazionali femminili hanno continuato nella loro missione di proteggere i più i deboli, tutelarli e garantire i diritti soprattutto di donne, giovani e bambini.

Il report How are the Girls? A study on the Rights of Girls in six countries during the Covid-19 Pandemic, presentato nel corso dell’evento, è il frutto di questo impegno costante per ridurre l’impatto sociale ed educativo della pandemia, in particolare sulle ragazze dai 10 ai 20 anni. Le quattro congregazioni, per un anno, hanno raccolto dati in sei Paesi per studiare proprio gli effetti dell’impatto del Covid-19 sulle condizioni di vita e sul rispetto dei diritti delle ragazze di alcune comunità tra le più vulnerabili in Kenya, Sud Sudan, India, Nepal, Ecuador e Perù.

I risultati emersi dalla ricerca, coordinata da un team di ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma, guidato dal Prof. Maurizio Franzini, Direttore della Scuola di Dottorato in Economia della Sapienza, e supportata dall’esperta di diritti delle ragazze Dott.ssa Mathilde Gutzenberger, saranno fondamentali per orientare i piani futuri delle Congregazioni religiose coinvolte soprattutto nel campo dell’educazione e della protezione e promozione dei diritti delle bambine e ragazze.

Questo lavoro è un primo importante passo verso la creazione di un osservatorio permanente e sistematico per monitorare la situazione delle fasce più vulnerabili e spesso marginalizzate della popolazione, come le ragazze, e per portare all’attenzione della società importanti questioni umanitarie. Obiettivo dell’iniziativa è infatti anche quello di sviluppare e rafforzare le azioni di advocacy congiunte tra le Congregazioni femminili nel campo dell’educazione e della protezione delle ragazze, al fine di aumentare la loro influenza sulle politiche pubbliche.

Presente in collegamento online, suor Alessandra Smerilli, FMA, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale del Vaticano, ha espresso soddisfazione per la ricerca e soprattutto per la rete che si è creata, fatta di “persone appassionate che hanno lavorato insieme”, segno di un impegno congiunto tra Congregazioni, significativo anche per il suo Dicastero. Suor Alessandra ha sottolineato l’importanza di “partire con ricerche in cui si mostrano i dati”, in quanto “non vi può essere programmazione e azione efficace senza una base di raccolta dati fatta in maniera sistematica e rigorosa”. Ha anche messo in luce come il lavoro in rete sia fondamentale per rendere visibile ciò che altrimenti rimarrebbe invisibile.

I prossimi passi

A conclusione dell’evento, Elisabetta Murgia, membro del Team di coordinamento del progetto e Program Manager del VIDES Internazionale, ha sottolineato che tra i tanti bisogni emersi durante la fase di raccolta dati, due sono risultati particolarmente rilevanti e significativi: la mancanza di accesso alla tecnologia e i problemi, sempre più diffusi, legati alla salute mentale.

Per questo motivo, le quattro Congregazioni hanno deciso di continuare a collaborare tra loro per dare risposte concrete alle ragazze attorno a queste due necessità emerse con forza all’indomani della pandemia. Tra i prossimi passi che sono stati identificati  nei sei Paesi ci sono: un nuovo studio qualitativo sul digital divide – il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione -, l’aggiornamento delle attrezzature tecnologiche, la formazione sull’uso sicuro delle piattaforme online e la progettazione di un programma per la salute mentale delle ragazze.

Collaborazioni come queste, rendono visibile e incoraggiano al lavoro in sinodalità, aprono gli orizzonti  a nuove vie per la tutela e l’empowerment delle ragazze e valorizzano il lavoro di tanti/e religiosi e organizzazioni che ogni giorno si spendono  per i diritti delle categorie più vulnerabili.

Fonti: VIDES e UISG

Video: The voices of the girls

Video: Sisters and coordinators

Sintesi della ricerca