Roma (Italia). È stato pubblicato, il 24 gennaio 2018, il testo del messaggio di papa Francesco per la 52ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace.
Il Papa punta il dito contro le “fake news”, le notizie false e infondate “basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore”, notizie che portano ad una distorsione strumentale dei fatti e contribuiscono a creare disinformazione. “Il dramma della disinformazione è lo screditamento dell’altro, la sua rappresentazione come nemico, fino a una demonizzazione che può fomentare conflitti.
Di fronte al dilagare della disinformazione, Papa Francesco propone un modello di giornalismo che punti alla verità. “La comunicazione – scrive – diventa luogo per esprimere la propria responsabilità nella ricerca della verità e nella costruzione del bene. Particolarmente coinvolto è il giornalista, custode delle notizie. Egli non svolge solo un mestiere, ma una vera e propria missione. Ha il compito di ricordare che al centro della notizia non ci sono la velocità nel darla e l’impatto sull’audience, ma le persone. Per questo l’accuratezza delle fonti e la custodia della comunicazione sono veri e propri processi di sviluppo del bene, che generano fiducia e aprono vie di comunione e di pace”.
“Promuovere un giornalismo di pace, non intendendo con questa espressione un giornalismo “buonista”, che neghi l’esistenza di problemi gravi e assuma toni sdolcinati. Ma un giornalismo ostile alle falsità, a slogan ad effetto e a dichiarazioni roboanti; un giornalismo che si comprende come servizio a tutte le persone, specialmente a quelle che non hanno voce; un giornalismo impegnato a indicare soluzioni alternative alle escalation del clamore e della violenza verbale”.
Questo il cuore del messaggio che ci stimola a esplorare i sentieri della verità, a superare le logiche di un’informazione spesso ingannevole e a riappropriarci della nostra umanità. Notizie false e giornalismo di pace è un appello a scardinare la logica della cattiva notizia che spesso orienta opinioni e azioni verso orizzonti di conflitto e negazione della dignità delle persona.
Con questo messaggio, il Papa ci esorta ad essere noi i primi media ad affermare le categorie umane che ci rendono donne e uomini liberi e responsabili. “La verità, non si guadagna veramente quando è imposta come qualcosa di estrinseco e impersonale; sgorga invece da relazioni libere tra le persone, nell’ascolto reciproco”.
Liberazione dalla falsità e ricerca della relazione sono “i due ingredienti che non possono mancare perché le nostre parole e i nostri gesti siano veri, autentici, affidabili. Per discernere la verità occorre vagliare ciò che asseconda la comunione e promuove il bene e ciò che, al contrario, tende a isolare, dividere e contrapporre”.
Come comunità educanti siamo chiamate a educarci ed educare a comunicare bene. Dire la verità, infatti, è possibile anche nell’epoca delle fake news.
La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica giornata mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II (“Inter Mirifica”, 1963), “viene celebrata in molti paesi, su raccomandazione dei Vescovi del mondo, la domenica che precede la Pentecoste, nel 2018, il 13 maggio.