Roma (Italia). Il 20 ottobre 2024, nella Giornata Missionaria Mondiale, a Roma, in una Piazza San Pietro gremita e in festa colorata dai foulard con i nuovi Santi e dalle bandiere di pellegrini da tutto il mondo, Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa con la canonizzazione di 14 Beati:

undici “martiri di Damasco” –  Manuel Ruiz López e sette compagni dell’ordine dei frati minori, e Francesco, Mooti e Raffaele Massabki, laici maroniti – Marie-Léonie Paradis, fondatrice della Congregazione delle Piccole Suore della Santa Famiglia, Elena Guerra, fondatrice delle Oblate del Santo Spirito, dette “Suore di Santa Zita” e Giuseppe Allamano, fondatore degli Istituti dei Missionari e delle Suore Missionarie della Consolata ed Exallievo del ginnasio e dell’Oratorio di Don Bosco.

Giuseppe Allamano nacque il 21 gennaio 1851 a Castelnuovo d’Asti, ora Castelnuovo don Bosco (Italia), terra feconda di santità, che ha dato i natali a San Giuseppe Cafasso, San Giovanni Bosco, San Domenico Savio, della frazione di Morialdo, e San Giuseppe Allamano, nipote di Don Cafasso. Terminate le scuole elementari al suo paese, entrò all’Oratorio salesiano di Valdocco (Torino) per completare gli studi ginnasiali che portò a termine in quattro anni. Ebbe come direttore spirituale, per tutto il periodo, San Giovanni Bosco.

“Il sottoscritto poi si stima fortunato d’aver convissuto per quattro anni col Servo di Dio nell’Oratorio Salesiano; durante il quale tempo ebbe ad ammirare le virtù singolari, e poté godere della direzione spirituale del medesimo nel S. Tribunale di Penitenza”, dirà di lui l’Allamano, che testimoniò al processo canonico diocesano per la canonizzazione del Santo dei giovani.

Raccontò anche alcuni “rimproveri” ricevuti da Don Bosco, tra cui il più simpatico è quello di aver lasciato Valdocco, il 19 agosto 1866, senza salutarlo: «Me l’hai fatta grossa…Sei andato via senza salutarmi!». (Fonte: giuseppeallamano.consolata.org)

La Celebrazione, emozionante e densa di preghiera, è iniziata con la breve presentazione dei profili biografici da parte del Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, cui è seguita la Petitio, la richiesta al Santo Padre, di iscrivere i Beati nell’Albo dei Santi e che “come Santi siano invocati da tutti i cristiani”. Il rito si è completato con la richiesta di intercessione alla Beata Vergine Maria e ai Santi, tramite le Litanie, e con la proclamazione della formula di Canonizzazione da parte del Pontefice. Sul Sagrato, ai piedi di Maria, erano presenti le reliquie dei nuovi Santi, venerate con l’incenso. La Piazza è quindi esplosa in un fragoroso applauso.

Nell’omelia Papa Francesco, commentando la Parola di Dio della domenica e parlando del servizio come stile di vita cristiano, contrapposto al potere, ha descritto così i neo Canonizzati:

“In questa luce possiamo ricordare i discepoli del Vangelo, che oggi vengono canonizzati. Lungo la storia tormentata dell’umanità, essi sono stati servi fedeli, uomini e donne che hanno servito nel martirio e nella gioia, come fra Manuel Ruiz Lopez e i suoi compagni. Sono sacerdoti e consacrate ferventi, e ferventi di passione missionaria, come don Giuseppe Allamano, suor Paradis Marie Leonie e suor Elena Guerra.

Questi nuovi santi hanno vissuto lo stile di Gesù: il servizio. La fede e l’apostolato che hanno portato avanti non ha alimentato in loro desideri mondani e smanie di potere ma, al contrario, essi si sono fatti servi dei fratelli, creativi nel fare il bene, saldi nelle difficoltà, generosi fino alla fine”.

È straordinario constatare come l’attenzione dei Santi ai piccoli, agli “ultimi”, è quella che porta a contemplare proprio tra loro le “meraviglie” operate da Dio, e come tutt’oggi mettano in luce l’importanza di continuare a spendersi per tutelarne i diritti e la dignità, come è emerso dalle parole del Papa all’Angelus, al termine della Celebrazione: “La testimonianza di San Giuseppe Allamano ci ricorda la necessaria attenzione verso le popolazioni più fragili e più vulnerabili. Penso in particolare al popolo Yanomami, nella foresta amazzonica brasiliana, tra i cui membri è avvenuto proprio il miracolo legato alla canonizzazione odierna. Faccio appello alle autorità politiche e civili, affinché assicurino la protezione di questi popoli e dei loro diritti fondamentali e contro ogni forma di sfruttamento della loro dignità e dei loro territori”.

La gioia per il forte evento di grazia e di Chiesa vissuto, si è resa finalmente palpabile nei fedeli, che hanno salutato Papa Francesco sventolando striscioni e sciarpe di tutti i colori e le appartenenze, per poi andare a festeggiare i propri Santi, condividendo in fraternità un momento unico di famiglia.

All’indomani, alcune chiese della città di Roma hanno ospitato i diversi gruppi di pellegrini per le rispettive celebrazioni di ringraziamento per le Canonizzazioni.

“Oggi siamo qui alla tomba dell’Apostolo delle genti per ringraziare tutti insieme per il dono immenso della santità di Giuseppe Allamano, nostro Fondatore. È l’oggi della contemporaneità che anima la Chiesa”.

Presso la Basilica di San Paolo Fuori, ha iniziato così  l’omelia il Cardinale Giorgio Marengo, Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia e Missionario della Consolata, che ha continuato dicendo: “Dio mi chiama oggi,  non so se mi chiamerà ancora domani” – ricordando il Fondatore nel discernimento sulla sua vocazione – “Questa costante ricerca della volontà di Dio e questa attenzione al suo compiersi oggi è stata un segno costante nella sua vita e ci invita a fare altrettanto”.

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